“L’importanza di chiamarti amore” di Anna Premoli – Recensione

book by:
Anna Premoli

Reviewed by:
Rating:
3
On Agosto 27, 2016
Last modified:Agosto 27, 2016

Summary:

Una storia d'amore semplice, spontanea, vera, come nascono oggi nella nostra realtà. Ariberto e Giada, due poli opposti che però si cercano insistentemente, vi faranno comprendere quanto "il nulla con la persona giusta è comunque meglio del tutto con la persona sbagliata" cit. Anna Premoli

Ciao a tutte care amiche lettrici! Ben ritrovate con un nuovo appuntamento nel fantastico blog di Ilaria per discutere di un romanzo tutto Made in Italy scritto da una delle migliori e ricercate autrici italiane del momento: Anna Premoli.

TITOLO: L’importanza di chiamarti amore
AUTRICE: Anna Premoli
GENERE: New Adult
CASA EDITRICE: Newton Compton
PREZZO: eBook 4,99€
TRAMA: Giada sa bene di essere una ragazza dal carattere piuttosto difficile, quindi non si stupisce affatto di trovarsi in una fase della propria vita nella quale non va d’accordo quasi con nessuno: con il suo ragazzo storico la situazione è appesa a un filo e del rapporto con i suoi genitori… meglio non parlare. Ma Giada ha un obiettivo ben preciso: laurearsi con il massimo dei voti e il prima possibile. Il resto dei problemi può passare in secondo piano. Così credeva, almeno finché lo stage presso una prestigiosa società di consulenza di Milano non la mette di fronte a quello che per lei è sempre stato il prototipo dei ragazzi da evitare come la peste: Ariberto Castelli, fiero rappresentante del partito delle camicie su misura e dei pullover firmati. E tra loro c’è un precedente molto imbarazzante che potrebbe crearle qualche complicazione che non aveva assolutamente messo in conto…

L’importanza di chiamarti amore, companion book di L’amore non è mai una cosa semplice di Anna Premoli, è stata una ventata d’aria fresca, una brezza leggera, una storia dolce e romantica, semplice e lineare, come non ne leggevo da tempo. Peraltro, è come se avessi respirato un po’ aria di casa. Che cosa bella leggere di storie ambientate nel mio Paese, con personaggi che incarnano perfettamente prototipi che posso ritrovare lungo le strade di qualsiasi città italiana, con atteggiamenti, comportamenti e ambizioni così vicine alle mie, con un’educazione e un modo di pensare così simile al mio, con dei modi di vestire che si allontanano meravigliosamente dai pantaloni di yoga delle donne e i pantaloni cachi degli uomini… un po’ d’aria italiana, moda italiana, mente italiana!!! Davvero, se ci penso mi commuovo… Certo, Christian Grey fa sempre più figo di Ariberto Castelli di Fievolo, ma vabbè, tralasciamo i dettagli imbarazzanti.

Tornando a noi … Ho appreso solo durante il corso della lettura che in realtà la storia dei due protagonisti, Ariberto e Giada, è iniziata già durante una scena culminante del romanzo precedente della Premoli, ovvero il romanzo con protagonisti Lavinia – migliore amica di Giada – e Sebastiano. C’è da dire che questa è stata la mia prima esperienza con un romanzo targato Premoli, e che è stata mia incuria non rendermi conto prima che in realtà fosse velatamente e leggermente collegato ad una sua precedente pubblicazione, anche se in realtà non è affatto necessaria la lettura di uno per comprendere l’altro, motivo per il quale non mi sono accorta immediatamente di avere tra le mani un companion book. Ad ogni modo, la scena viene ripresa nuovamente dalla Premoli raccontandola dal punto di vista di Giada, protagonista femminile. E che scena… Non si può dire che il primo approccio tra i due protagonisti non abbia scatenato fuoco e fiamme sin da subito. Del resto Ariberto Castelli con il suo pomposo ed impegnativo nome, con le sue camicie di sartoria, non può che essere l’incarnazione perfetta del tipo di persona che una sfrontata, ribelle e anticonformista Giada non può assolutamente tollerare. Eppure pare proprio che non le dispiacerà affatto quando, tra una battuta pungente ed un’altra, si ritroverà attaccata alle labbra del dolcissimo Ariberto.

Giada, però, nonostante riconosca l’insondabile monotonia in cui è precipitata la sua storica relazione settenaria con Filippo, è pronta a dimenticare quanto accaduto per concentrarsi totalmente ed unicamente sul suo unico obiettivo: laurearsi con il massimo dei voti alla Bocconi e iniziare il suo stage presso un’importante ufficio di consulenza aziendale – non me ne vogliate, non ci capisco un fico secco del mondo Bocconiano e di quelle cose terribili che studiano e che purtroppo la mia mente allergica ai numeri non potrà mai capire, quindi non so proprio dirvi di cosa si occupi l’azienda presso cui Giada lavora… e non solo Giada.
Anche Ariberto Castelli del Fievolo, fantastico giocatore di tennis e amante dei musei erotici di Amsterdam, inizia la sua attività di stagista presso lo stesso ufficio. E sarà davvero esilarante restare a guardare mentre l’amore avanza imperterrito tra questi due personaggi così diversi tra di loro, che tra una provocazione e l’altra sentiranno il loro cuore accelerare i battiti ad ogni impercettibile tocco.
Del resto, chi l’ha detto che un fiero sostenitore delle camicie a righe non può conquistare una spavalda fanatica degli stivaletti di pelle borchiati? E galeotto sarà il loro viaggio di lavoro ad Amsterdam… e un preciso momento in cui Berta – come lo chiama lei – e Miss Istrice – come la chiama lui – capiranno di essere più simili e affini di quanto si sforzano di mascherare:

«Davvero, sono una povera anima romantica», esclama con fare teatrale.
«Certo, intrappolato in una costosa camicia su misura».
«Qualcosa mi dice che le mie camicie sotto sotto ti piacciono parecchio», afferma facendomi l’occhiolino.
«Berta…», lo richiamo all’ordine. «Sì, Miss istrice?». 

Un continuo stuzzicarsi e un insolente battibeccare, eppure, c’è qualcosa che lega profondamente due persone che cercano di respingersi. Un’ostinazione, probabilmente, che nasce da un senso di inadeguatezza che una persona prova da tempo e che da sempre la fa sentire sbagliata: Giada. Eh sì, Giada, che come lo stesso Berta afferma convinto, è molto più tradizionalista, conservatrice e romantica di quanto tenta di nascondere con i suoi vestiti di pelle neri e il modo di fare fastidiosamente sarcastico. E cosa ci vuole per sciogliere una persona che pare essere un congelatore ambulante stracolmo di cubetti di ghiaccio? Non il fuoco che la scioglierebbe completamente, sovrastandola e spegnendola, ma un dolce alimentatore di calore come Ariberto, che oddio, non è che sia poco rovente il ragazzo, ma di certo non è il solito bad boy che ti infiamma tra le lenzuola. Ariberto è dolce, paziente, un bravo ascoltatore, una persona docile e gentile… che con una prepotente delicatezza (viva gli ossimori!) riesce finalmente a lenire quella placca di gelo che ricopre il cuore di Giada.

Un momento… Giada non era fidanzata? No, Giada e Filippo coltivano reciprocamente altre storie e altri interessi nell’attesa che uno dei due prenda la fatidica decisione. E quando la prendono, lo fanno con una tale flemma e un senso di maturità davvero invidiabili. Eppure, anche se la sua storia è definitivamente chiusa, Giada continua a non vedere ciò che ormai è evidente a tutti:

«Non ti devi giustificare con me. Sei liberissimo di fare quello che ti pare»
«So di essere libero di farlo. Ma non ho comunque baciato nessuna»
«Perchè?»
«Giada, non so a che tipo di persone sei abituata tu, ma dalle mie parti non è una grande idea andare in giro a baciare ragazze a caso se ti compare davanti sempre e solo un viso, quando provi a chiudere gli occhi»
«Oh»
«Sì, oh…»

 

Testarda la nostra Giada, ma del resto, nessun amore è destinato a nascere se non si è disposti a sopportare un po’.

Ad ogni modo, la storia scorre tranquilla, senza devastanti colpi di scena, senza improvvise evoluzioni dei personaggi, senza finali a tradimento, e devo dire che dopo una lettura come quella di Carnage, mi ci voleva una storia più lineare e tranquilla, che si attiene fedelmente alla realtà di oggi.
Lo stile della Premoli è coinvolgente e assolutamente italiano, le conversazioni e le espressioni non sono americanizzate, tutto segue un perfetto ritmo milanese. Avrei preferito un po’ di pathos e passione in più, non è un romanzo che ti lascia qualcosa di troppo significativo – per quella che è la mia inutile e modesta opinione – e nemmeno i personaggi ti rimangono impressi, ma riconosco comunque una penna abile e ammaliante, una storia forse un po’ troppo regolare, ma ogni tanto ci vuole!

Un abbraccio, ragazze!

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Alessia D.

Una storia d'amore semplice, spontanea, vera, come nascono oggi nella nostra realtà. Ariberto e Giada, due poli opposti che però si cercano insistentemente, vi faranno comprendere quanto "il nulla con la persona giusta è comunque meglio del tutto con la persona sbagliata" cit. Anna Premoli

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