“First. La mia prima volta” di Laurie Elizabeth Flynn

Book by :
Laurie Elizabeth Flynn

Reviewed by:
Rating:
2
On Settembre 10, 2016
Last modified:Settembre 10, 2016

Summary:

Sulle spalle di Mercedes Ayres grava il peso di un segreto oscuro. Mercy vive la sua adolescenza nascondendosi dietro una maschera, inganna i suoi amici e se stessa di essere una persona migliore, una che non si presta a squallidi giochi sessuali. Eppure, in quel suo diario segreto, un'interminabile lista di ragazzi "iniziati" da lei pare non voler concludersi... finchè non si ritroverà a fare i conti con i suoi errori e con chi è veramente.

Ciao care amiche lettrici, sono di nuovo io, e come ogni sabato, non posso evitare di parlarvi di un romanzo appena sfornato dalla Newton Compton e che è stato immediatamente proclamato RIVELAZIONE DELL’ ANNO.

TITOLO: First – La mia prima volta
AUTRICE: Laurie Elizabeth Flynn
GENERE: Young Adult
PREZZO: eBook 4,99 €
TRAMA: A diciassette anni, Mercedes Ayres ha le idee ben precise in fatto di sesso: la porta della sua camera da letto è aperta solo per ragazzi alla prima esperienza. Mercedes è pronta a indirizzarli e aiutarli, e in cambio chiede solo che rendano speciale la prima volta delle loro ragazze. Che sia una prima volta perfetta, quella che Mercedes non ha avuto. Fino ad ora mantenere il segreto su ciò che accade nella sua camera da letto è stato facile. La sua impegnatissima madre è sempre fuori durante il giorno e non immagina quali siano le attività extrascolastiche della figlia, e la sua migliore amica super religiosa, Angela, non si azzarda neanche a pronunciare la parola “sesso” prima del matrimonio… Ma ci sono cose che Mercedes non ha messo in conto: non avrebbe mai potuto prevedere, ad esempio, che proprio il fidanzato di Angela venisse da lei e le chiedesse un “trattamento speciale” in cambio del silenzio, o che qualcuno fosse attratto da lei per com’è e non per ciò che sa fare a letto… Quando la sua perfetta organizzazione va in frantumi, Mercedes dovrà darsi da fare per salvare la propria reputazione e anche per capire che posto dare al suo cuore…

First. La mia prima volta è il romanzo Young Adult con cui Laurie Elizabeth Flynn ha esordito nel mondo editoriale, accaparrandosi sin da subito milioni di copertine in tutto il mondo con su scritto frasi chiaramente ingannevoli come “Bestseller mondiale” o, peggio ancora, “un incredibile esordio che toglie il respiro fino all’ultima pagina”… Mi sto chiedendo se ho letto il libro giusto, ma procediamo per gradi.

Dopo un paio di letture con protagonisti e ambientazioni più mature e serie, avevo un’implacabile voglia di riavere tra le mani un classico YA, quei confortanti romanzi stracolmi e pieni zeppi di personaggi stereotipati, luoghi comuni, elementi ricorrenti, banalità aberranti, ma che a mio avviso, alla fin fine non deludono mai,  e un brividino ogni tanto, tra una scena demenziale e una più profonda, te lo fanno sempre provare.

Mai piano fu più violentemente sgretolato di questo… Probabilmente c’è una congiura in atto contro di me, non riesco più a leggere un romanzo che mi emozioni o coinvolga realmente, ho trascinato le ultime letture con insondabile lentezza, e speravo tanto in questo romanzo per riaccendere quelle farfalline situate nel mio stomaco e riuscire finalmente a sentire di nuovo qualcosa, ma nemmeno questo bestseller mondiale di ‘sta cippa ci è riuscito.

Non mi soffermerò sulla trama, non sprecherò tempo nel parlarvi praticamente del nulla e del vuoto cosmico, dal momento che al 50% di lettura non era ancora accaduto niente di niente e non avevo neanche capito quale tra la ventina di ragazzi che ‘sta tizia – che della Mercedes non ha solo il nome, ma anche i chilometri bruciati (chi è delle parti di Napoli e dintorni capirà la battuta :D) – si era portata a letto, fosse effettivamente il malcapitato protagonista maschile. Ma purtroppo per farvi capire qualcosa mi tocca spiegarvi un po’ l’andazzo, che posso riassumere brevemente così: Mercy ha diciassette anni, un padre assente e una madre troppo occupata a fingere di essere ancora una ragazzina per prendersi cura di lei. Ha avuto una prima volta terribile, così, spinta da un malato ed inspiegabile senso di solidarietà femminile, viene folgorata da una brillante idea: insegnare ai ragazzi vergini come comportarsi durante il primo rapporto sessuale con la loro rispettiva fidanzata, per fare in modo che quest’ultimo possa dare alla sua ragazza la prima volta da sogno che lei non ha mai avuto. Oh, che ragazza generosa e altruista! Così tanto che spera vivamente che la prima volta di una ragazza possa essere tutta rose, cuori e bacini, senza curarsi del fatto che però le ha sverginato il fidanzato (urgono le emoticons di Whatsapp, alcune faccine renderebbero bene l’idea). Ma andiamo avanti.

Io davvero non so come questa autrice abbia partorito un’idea così malsana. Ma io dico, già la nostra generazione è compromessa, già gli adolescenti di oggi sono degli sciroccati, ma queste benedette autrici di YA lo sanno che i loro “libri” sono destinati ad un target di lettori molto giovane? Lo sanno che il loro romanzo andrà a finire tra le mani di quattordicenni che probabilmente hanno anche loro una situazione familiare complicata? Le lettrici giovani dovrebbero trovare conforto e comprensione nelle loro storie, non malsane idee per catturare l’attenzione di genitori come fanno le loro protagoniste! Perchè Mercy è spinta anche da questo: invita sempre ragazzi diversi in casa, si chiude in camera sua, indossa lingerie costosa in base al ragazzo che ha davanti – ah, perchè la femme fatale è così una donna vissuta che le basta una sola occhiata al vergine di turno per capire se è tipo da pizzo, seta, pelle, nègligè o autoreggenti – e cerca di fare più rumore (immaginate di che tipo di rumori sto parlando…) possibile quando la mamma è in casa per innescare in lei una ragionevole reazione, che però non arriva. Addirittura la madre si compiace quando la vede portare a casa un ragazzo diverso ogni sera… andiamo bene.

Peraltro, vorrei soffermarmi su quanto l’attività sessuale di Mercedes viene raccontata in una maniera tale che a me inizialmente pareva di leggere di un vero e proprio rito satanico, in cui i vergini rappresentano le vittime sacrificali. Avete presente quei thriller in cui lo psicopatico di turno interpreta dei segnali causali come una folata di vento, una candela che si spegne, una sensazione, come dei segnali mistici inviati da Dio per espiare le sue colpe? Tipo che se uccide cinque persone avrà in cambio il perdono o la redenzione? Ecco, mi è parsa la stessa cosa. Inizialmente le vittime sacrificali di Mercy devono essere cinque, poi però la lista si allunga (perchè insomma, okay che vuole attirare l’attenzione della mamma, okay che vuole aiutare le ragazze per fare in modo che abbiano una prima volta da sogno, ma in fin dei conti a lei non è che fa schifo andare a letto con tutti quei giocatori di football, eh!), e la cosa inquietante è quel suo diario segreto all’interno del quale dà un soprannome e un voto dell’amplesso ad ognuna delle sue vittime… ehm, volevo dire, vergini. Questa sedicenne fa paura.

Un esempio potrebbe essere l’Amico del Mercoledì. L’amico del mercoledì non è altro che Zach, povero fesso, o per meglio dire, compagno di classe, con cui si intrattiene, per l’appunto, il mercoledì. Zach, per ragioni che tutt’ora mi sfuggono e di cui ignoro l’esistenza, è innamorato follemente di questa sciroccata, tanto da accettare i suoi comportamenti ambigui, i suoi continui rifiuti ad un appuntamento, il suo ostinarsi a voler ridurre il loro rapporto al sesso occasionale, pur di non rinunciare a lei. L’auciell s’apparn ‘nciel e i sciem s’apparn ‘nderr, i detti antichi non sbagliano un colpo, oh!

Tutte le volte che mi hai detto di no? Tutte le volte che mi hai snobbato quando cercavo di convincerti a essere la mia ragazza? Sono rimasto comunque. E resterò anche adesso.

Anyway, da notare è anche la fase in cui Mercedes comincia a dubitare della sua stessa identità sessuale quando subentra una nuova compagna di classe: bella, sfrontata e sexy, Faye mette in subbuglio gli ormoni già abbastanza imbizzarriti di Mercedes, così tanto che finalmente la stessa Mercy capirà di avere un problema: non sa se è gelosa di Faye, o dell’effetto che ha su Zach, di cui comincia ad apprezzarne le attenzioni. Io me ne chiamo fuori, non riesco a starle dietro: non smette di andare a letto con il primo che capita, sente caldo quando Fayela sfiora anche solo per sbaglio, e come se tutto non ciò non fosse gravemente sufficiente, è anche gelosa di Zach. Qualcuno con un po’ più di pazienza e tolleranza di me l’aiuti, vi prego.

Okay, direi che adesso è giunto il momento di essere serie. Da come avrete capito, la storia non mi è piaciuta. Mi sembra diseducativa, la trovo campata in aria e per certi versi malata ed inquietante, la protagonista rientra gloriosamente nella TOP 5 delle protagoniste femminili più stupide di sempre, ed è anche l’unico YA pubblicato finora in cui il ruolo maschie non ha alcuna rilevanza. L’unico personaggio maschile che non mi ha trasmesso nulla me l’ha rifilato la Flynn con questo suo bestseller.
A parte gli scherzi, ci sono stati momenti in cui volevo provare a capire Mercy, davvero. Non ha un padre, la madre è troppo alle prese con la sua vita sessuale per preoccuparsi di quella della figlia, ha avuto un’esperienza terribile in passato, e tutto quello che volete, ma ho trovato questo personaggio ai limiti della decenza e della sanità mentale.
Mercedes non vive la sua sessualità con libertà e serenità, la cosa peggiore è che nessuno è a conoscenza di questa sua missione soccorso vergini. Con ogni ragazzo stringe un patto secondo cui una volta varcata la soglia della sua stanza deve dimenticare quello che vi è accaduto. Ma quale sedicenne può pensare che un maschio ai primi sbalzi ormonali non vada sbandierando la sua perdita di verginità ai quattro venti?

Chi ha il controllo conduce le danze. Chi ha il controllo stabilisce il ritmo. Cosa più importante di tutte, chi ha il controllo non si fa male.

Ma è proprio questo il punto: Mercy non ha il controllo di nulla. È caduta nel baratro della droga: il sesso è ormai la sua droga. Soffre di dipendenza, accetta di sverginare un ragazzo anche se non lo vuole davvero oppure finge di non capire che il ragazzo che ha davanti non è davvero vergine solo per ingannare se stessa. Perchè ormai gli alunni della sua scuola lo hanno capito: si fingono vergini per andare a letto con lei. E lei questo lo sa, finge di non saperlo perchè non vuole ammettere che il gioco a cui si sta prestando sta diventando pericoloso, e infatti, ne pagherà presto il prezzo.

Inoltre, è come se avesse due vite parallele: la ragazza che fa parte del gruppo religioso insieme alla sua migliore amica Angela – una sorta di suora che seppur fidanzata da due anni non vuole saperne di far sesso fino al matrimonio – che ovviamente è ignara di tutto, e la prima donna che si spoglia nella sua stanza per un ragazzo diverso ogni giorno. Finge addirittura di essere credente, quando in realtà è atea. Questo personaggio ha seri problemi di personalità che l’autrice non tratta con il giusto peso, lanciando così una valanga di messaggi sbagliati.

Sbagliata, a mio avviso, è anche la cover ingannevole: chiunque potrebbe pensare dal titolo e dalla ragazza con le Converse e i calzini colorati che si tratta di una semplice storia adolescenziale che racconta delle prime esperienze sessuali accompagnate ovviamente dal tema dell’amore, e invece così non è, ed è per questo che temo che questo romanzo possa capitare tra le mani sbagliate.

Possono essere tanti i motivi che spingono una persona a commettere errori a cui è difficile poter porre rimedio, o che cadano negli abissi dell’odio per se stessi, e posso capire anche il punto di vista dell’autrice, che probabilmente ha voluto porre l’accento su un aspetto della società odierna che spesso ci sfugge, o che più probabilmente, ci fa comodo ignorare. Gli adolescenti alle volte commettono errori perchè non hanno nessuno che gli indichino la strada giusta percorrere, e in un certo senso, posso capire la posizione di Mercy. Capire il proprio errore è semplice, è smettere di sbagliare che è difficile. Ma troppe volte si tende a giustificare le malefatte di una persona. Vi dirò una cosa: tutte noi abbiamo sofferto. Tutte noi abbiamo attraversato momenti difficili della nostra vita. E tutte noi, certamente, abbiamo commesso errori irreparabili. Tutte noi abbiamo un passato che non ci fa onore, che ci ha cambiate, che ci ha spinte a prendere decisione sbagliate, io per prima. Ma quando si sbaglia, bisogna imparare dal proprio errore. Fin troppo comodo sarebbe perdonarci e giustificarci da sole, o lasciare che gli altri ci capiscano. Non è così che funziona, ragazze. Sbagliare è umano, perseverare è diabolico. Si può sbagliare una volta, una volta può esserci concesso di commettere un errore. Se dopo averlo compreso, se dopo esserci promesse di non rifarlo lo facciamo ancora una volta, e ancora e ancora e ancora… a quel punto non è colpa del genitore assente. A quel punto è colpa nostra.

Da come avrete capito, non mi sento assolutamente di consigliare questo romanzo, per nessuna ragione. Adoro gli Young Adult, amo leggere di primi amori tra i banchi di scuola, dei primi brividi, delle prime delusioni, ma questo romanzo si allontana drammaticamente da tutto ciò che cercavo.
Una nota di merito, però, la spendo per lo stile dell’autrice: scrive molto bene, mi è piaciuto il suo modo di saper comunque coinvolgere, anche laddove non aveva nulla da dire. La Flynn ha uno stile ipnotico. Spero solo di rileggere presto qualcosa di suo che però abbia una trama più sostanziosa e decente. E ricorda, cara Elizabeth: se scrivi di adolescenti, ti stai rivolgendo ad uno di loro. E se scrivi di adolescenti persi, probabilmente può essere un adolescente perso quello che sta leggendo la tua storia. Tuo compito e dovere da scrittrice è quello di indicargli la strada giusta, non quella più comoda.

Detesto liquidare un romanzo per rispetto di chi si è impegnato a scriverlo, so che dietro anche il peggiore dei romanzi si nasconde un gran lavoro, ma questa volta non ho potuto fare altrimenti.

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Vi abbraccio tutte,
Alessia D.

 

 

 

Sulle spalle di Mercedes Ayres grava il peso di un segreto oscuro. Mercy vive la sua adolescenza nascondendosi dietro una maschera, inganna i suoi amici e se stessa di essere una persona migliore, una che non si presta a squallidi giochi sessuali. Eppure, in quel suo diario segreto, un'interminabile lista di ragazzi "iniziati" da lei pare non voler concludersi... finchè non si ritroverà a fare i conti con i suoi errori e con chi è veramente.

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