Ciao a tutti, ragazze e ragazzi! Sono Alessandra, ma potete chiamarmi Ale, e sono una delle new entry del blog! Questa è la prima volta che pubblico una recensione e mentirei se dicessi di non essere molto emozionata. 😀
In questa prima recensione vi parlerò di “36 Domande per Farti innamorare di Me” di Vicky Grant. Siete curiosi di sapere di che cosa parla?
Continuate a leggere per scoprirlo! 🙂
Titolo: 36 domande per farti innamorare di me
Autore: Vicky Grant
Data di Pubblicazione: 13 Febbraio 2018
Casa Editrice: Mondadori
Prezzo Cartaceo: 16,90 €
Prezzo Ebook: 7,99 €
Genere: Young Adult
Trama: Hildy ha diciotto anni e frequenta l’ultimo anno di liceo. Di buona famiglia, è una studentessa modello fin troppo rispettosa delle regole. Paul ha quasi diciannove anni, non ha un lavoro fisso ed è meravigliosamente sfrontato e intrigante. Hildy e Paul non si conoscono e appartengono chiaramente a mondi distanti anni luce. E probabile che non si sarebbero mai incontrati se non avessero deciso di partecipare, ognuno per le proprie ragioni, a un esperimento organizzato dal dipartimento di psicologia dell’università. Una ricerca che si propone di rispondere a un quesito semplice quanto ambizioso: può l’amore – sentimento nobilissimo e raro di cui grondano romanzi, film e canzoni pop – essere “pilotato” se non addirittura costruito a tavolino? Per capirlo, Hildy e Paul (vedi alla voce cavie) dovranno rispondere insieme a un questionario di 36 domande. Di risposta in risposta, alternando le risate ai pianti e passando attraverso arrabbiature, segreti inconfessabili, bugie, fughe improvvise e ritorni inaspettati potrebbero accorgersi che forse, al di là delle loro evidenti differenze, qualcosa di profondo li unisce. Che si tratti di quella cosa che inizia per A di cui tutti sembrano andare in cerca?
Recensione
Se esistesse un modo in grado di facilitare la formazione dei rapporti personali? Se qualcuno vi proponesse di prendere parte ad un esperimento il cui scopo è quello di studiare come si creino tale rapporti, accettereste? Accettereste di sedervi dentro una stanza e di rispondere alle domande di uno sconosciuto? Sareste abbastanza coraggiose? Sì o no? Siete indecise, non preoccupatevi, è normale, la stessa Hildy è un po’ reticente davanti all’idea di prendere parte all’esperimento, dopo che Jeff le spiega in che cosa consiste. Il mio consiglio? Qualsiasi sia la vostra risposta, non lasciatevi sfuggire l’occasione di leggere questo libro.
Perché? È semplice, “36 Domande per Farti Innamorare di Me” è un romance contemporaneo emozionante e coinvolgente, che non riuscirete a posare fino a quando non sarete giunte alla fine.
La trama è una delle prime cose che mi ha attratta di questo libro e mi ha subito incuriosita. Innovativa e interessante, prende spunto da uno studio effettuato nel 1997 dallo psicologo americano Aron Arthur, conosciuto con il nome di “Creazione sperimentale di intimità interpersonale”.
Nel romanzo, ad occuparsi di questo esperimento è Jeff, un dottorato del dipartimento di psicologia che ha l’incarico di selezionare i partecipanti e creare le coppie. Scopo dello studio è quello di analizzare la costruzione dei legami personali e come l’era digitale ha influenzato il modo in cui tali legami si creano.
«[…] In pratica cerco di capire se possiamo spingere una persona come te a capire se possiamo spingere una persona come te a sviluppare uno stretto legame interpersonale con un altro partecipante, un legame che poi potrebbe evolversi…»
«Aspetta un attimo. Uhm. Ho capito bene?» Abbracciò la borsa come una madre che conforta il figlio. «Stai cercando di scoprire se sei in grado di far sì che due persone si piacciano?»
Un mezzo sorriso fece capolino sulla bocca di Jeff. «Non far sì che.» Sarebbe diventato miliardario se ne fosse stato capace. «Non vogliamo fare il lavaggio del cervello a nessuno. Stiamo solo tentando di appurare se è possibile… come dire, facilitare l’avvicinamento tra due persone, da cui potrebbe nascere un legame.»
«Intendi un’amicizia?»
«Sì. O più nello specifico, una relazione sentimentale. Studio la maniera in cui le persone sviluppano i legami sentimentali e cerco di comprendere se si può favorire il processo in qualche modo.»
«L’amore?» proruppe Hildy, in tono quasi accusatorio. «È quello che intendi?»
Jeff scrisse qualcosa. «Sì, potenzialmente anche l’amore, ma…»
In che cosa consiste l’esperimento? I due partner dovranno rispondere vicendevolmente a trentasei domande, la cui funzione è quella di facilitare e agevolare la conoscenza tra due persone sconosciute, in modo tale che tra queste si venga a creare un legame. Non esistono risposte giuste o sbagliate, l’importante è che i partecipati rispondano sinceramente.
I due protagonisti, Hildy e Paul, non si conoscono e scelgono di partecipare allo studio per motivazioni diverse. La prima, grande appassionata di psicologia, decide di partecipare all’esperimento per amore della scienza. Per lei rispondere sinceramente e seriamente alle domande è un vero e proprio obbligo morale che si impegna a rispettare e far rispettare. Al contrario di Paul, che sceglie di prendere parte allo studio solo per il compenso economico che riceverà una volta concluse le domande e stilato un resoconto sull’esperimento appena concluso.
Ho apprezzato molto entrambi i personaggi. Hildy è la tipica ragazza della porta accanto: viene da una famiglia altolocata, è una studentessa modello che prende parte a diverse attività scolastiche, una figlia e una sorella amorevole. In pratica, la figlia perfetta di una famiglia apparentemente perfetta. Timida ed insicura, quando è sotto pressione tende a parlare troppo e divagare. Questo aspetto, insieme a tutte le piccole imperfezioni che caratterizzano il suo personaggio rendono Hildy una protagonista in cui è facile immedesimarsi.
Paul, al contrario, sembra il tipico “cattivo ragazzo”, piccola lacrima tatuata sulla guancia annessa. Schivo, arrogante, disinteressato ed a sprazzi anche irrispettoso, dietro la sua patina da duro Paul nasconde una sensibilità, in grado di sciogliere anche il più gelido dei cuori e di intenerire le più ciniche delle lettrici. Due personaggi agli antipodi, ma complementari, che con i loro scambi di battute saranno capaci di farvi sorridere ed emozionare.
HILDY: Sai, è molto più interessante quando rispondi sinceramente. Le tue battutine sagaci mi fanno sospettare che tu abbia qualcosa da nascondere.
PAUL: Non sei l’erede di Nelson Mandela. Sei l’erede di Dr Phil, lo psicologo della TV.
HILDY: Sul serio, perché non la smetti con le battute? È una cosa stupida, denota pigrizia ed è emotivamente disonesta a un livello proprio di base.
PAUL: Oh, Gesù. So per che cosa sarò più grato. La fine di questo maledetto esperimento.
HILDY: Mi ricordi mio fratello maggiore. Entrambi fate finta di essere dei duri. La postura stravaccata, le risate sarcastiche…l’atteggiamento di quelli a cui non frega un cazzo, ma non siete affatto così.
PAUL: Oddio. Sono sconvolto. Credevo che avesse vietato le parolacce.
HILDY: Ho visto la tua espressione quando sono scoppiata a piangere. Non è così. In realtà sei piuttosto empatico.
PAUL: Be’, una cosa che ho imparato presto è che se fai finta di preoccuparti subito, spesso puoi evitare la seconda esplosione emotiva peggiore della prima.
HILDY: Detesti ammettere il tuo lato più comprensivo.
Al di là dei personaggi e della trama, uno degli aspetti che mi è piaciuto di più di questo romanzo è lo stile narrativo che alterna la narrazione in terza persona in prosa, al dialogo tra i due personaggi e le simpatiche illustrazioni prodotte da Paul, in modo tale da rendere la lettura fluida e scorrevole.
Che altro dire: siete curiose di conoscere il risultato dell’esperimento? Allora non vi resta che leggere “36 domande per farti innamorare di me” e lasciarvi trasportare nel mondo di Hidly e Paul.
Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Un abbraccio,
Ale.
- 7, 99 €