“Chiaramente mi innamoro” di Kristen Proby – Recensione in anteprima

Book by :
Kristen Proby

Reviewed by:
Rating:
3
On Ottobre 17, 2016
Last modified:Ottobre 17, 2016

Summary:

Jules e Nate tutto dovrebbero fare, al di fuori di innamorarsi. La società per cui lavorano non sarebbe contenta di sapere che hanno infranto la severa regola di non fraternizzazione tra capo e dipendente. Eppure la passione e l'attrazione magnetica che li lega sarà così forte da fargli mettere a rischio il loro lavoro.
Del resto, in amore, non esistono regole.

Care amiche del lunedì, oggi vi presento in anteprima assoluta il secondo volume auto conclusivo della With Me Series di Kristen Proby.

Abbiamo conosciuto quest’autrice circa un anno fa con l’uscita del suo primo romanzo Ti porto via con me, e ad oggi pare essere molto conosciuta e seguita grazie alla sua chilometrica saga che è costituita da ben nove titoli. In Italia, però, sono stati acquisiti i diritti solo dei primi due volumi, e a tal proposito vi annuncio che sarà reperibile a partire dal 20 Ottobre il secondo volume intitolato Chiaramente mi innamoro, pubblicato dalla Newton Compton.

Avendo avuto l’occasione di poter leggere questo romanzo in anteprima, con largo anticipo posso esprimere quella che è la mia opinione. Prima però, ci tengo a precisare che Chiaramente mi innamoro non è intimamente correlato con il primo volume. Nessuno di questi volumi sarà intrecciato in maniera vincolante all’altro, se non per la comparsa di alcuni personaggi già conosciuti che resteranno sullo sfondo e per la familiarità degli ambienti.
Detto ciò, andiamo a scoprire qualcosa di più!

TITOLO: Chiaramente mi innamoro
AUTRICE: Kristen Proby
GENERE: New Adult
CASA EDITRICE: Newton Compton
TRAMA: Jules Montgomery è troppo impegnata e soddisfatta della sua vita per preoccuparsi di un uomo, in particolare di uno come Nate McKenna. Crescere con quattro fratelli le ha insegnato soprattutto a stare lontano dagli uomini sexy con tatuaggi e motociclette. Se poi l’uomo in questione è il tuo capo, allora le distanze vanno mantenute a ogni costo. A Nate McKenna, invece, non frega nulla del divieto di fraternizzare e di tutte le politiche aziendali. Ha deciso che vuole lei ed è sicuro che la avrà. Purtroppo, durante una notte incredibile, Jules ha violato ogni regola che si era imposta. Può combattere quanto vuole contro Nate, ma sembra davvero che quell’uomo conosca tutte le mosse vincenti della guerriglia amorosa. Metterà a rischio la sua carriera per del sesso (ma era davvero solo sesso?), non importa quanto il suo corpo e il suo maledetto cuore continuino a farla impazzire…

Bene, bene, bene… Da dove iniziamo?
Forse dal fatto che non ho assolutamente una chiara idea e una esauriente opinione di questo romanzo.
Tipico di me, peraltro.
Ma cercherò di mettere qualcosa assieme e di farvi capire in linea di massima di cosa stiamo parlando.
Dopo alcune informazioni tecniche del romanzo in questione, è giunto il momento di mettere nero su bianco il mio parere, il che si rivela sempre essere un’ardua impresa, devo riconoscerlo.
Ma cosa posso farci se mi capitano tra le mani libri che pur non rientrando nel mio gusto personale non possono essere etichettati come sgradevoli? Mi spiego meglio, o almeno, farò del mio meglio per farlo.
Il mondo del ROMANZO ROSA è vasto, molto vasto, se prendiamo in considerazione la montagna di sotto categorie che ci riserva (e a tal proposito vi rimando ad un utilissimo video di Ilaria in cui, armata di santa pazienza, ci spiega tutte le sfaccettature del romance), di conseguenza quando dico di leggere ROMANZI ROSA, tutto quello che vorrei è che la gente non pensasse che leggo questo tipo di romanzi rosa.
Quando voglio leggere di una storia d’amore, non voglio leggere il classico romanzetto rosa che parla dell’incontro fortuito tra i due personaggi, del colpo di fulmine, del binomio odio – amore (che a me piace pure, sia chiaro, ma…), dell’ostacolo che si frappone tra i due innamorati, della risoluzione di tale ostacolo, e del finale smielato all’ultima pagina. Certo è che questo è lo schema comune a TUTTI i romanzi rosa, a prescindere della sotto categoria di cui fanno parte, ma tutto sta nel come lo si sviluppa.
Adesso, io non dico che tutti i romanzi d’amore debbano essere come Il cavaliere d’inverno, sia chiaro, anche perchè utilizzare questo capolavoro letterario come termine di paragone sarebbe una gara persa in partenza per la malcapitata autrice che non può nella maniera più assoluta reggere il confronto con la Simmons, però quello che cerco penso sia molto semplice da ottenere: voglio sentire i brividi scivolare sulla pelle ogni volta che l’uomo tocca la donna, come se tra quelle pagine ci fossi io; voglio sentire il cuore battere quando finalmente arriva la scena del primo bacio tanto agognato e sofferto; voglio sentire lo stomaco stringersi quando uno dei due protagonisti soffre; voglio vedere il fuoco e la passione tra i protagonisti, passione intesa in senso non meramente erotico, ma più come un desiderio lancinante e soffocante di amarsi, più che di spogliarsi; voglio provare emozioni e brividi, e sì, voglio anche piangere, e non mi importa se di felicità, se di tristezza o se di rabbia. Voglio sentire, provare e sognare.

Ahimè, ad oggi, con la commercializzazione dell’editoria americana, quando abbiamo un romanzo rosa tra le mani provare anche solo vagamente un accenno di sensazione è diventato molto difficile, eccezion fatta per alcuni romanzi che sono riusciti davvero a conquistarci. Peccato che ormai si incontra un libro di questa portata solo dopo averne letti dieci piuttosto mediocri, che saranno anche carini e coinvolgenti, certo, ma che alla fine non ci lasciano niente, e che verranno facilmente dimenticati e sostituiti.

Ecco, è esattamente questo che mi è capitato con questo romanzo. Non mi è dispiaciuto leggerlo, ma non è nulla di memorabile, e a dirla tutta, potrei stilare una lista lunga un chilometro delle cose che non mi hanno pienamente convinta, ma procediamo con ordine.
Innanzitutto, prima di analizzare insieme qualche aspetto che non mi è particolarmente piaciuto, torna utile accennare brevemente e concisamente alla trama: Jules Montgomery e Nate McKenna si conoscono sul posto di lavoro. I due personaggi – la cui introspezione e il cui spessore sono piuttosto deludenti – non sono dei semplici colleghi: Nate è il capo di Jules, e la forte attrazione che li lega è destinata a diventare presto la loro condanna, in quanto lavorano entrambi per una società in cui ci sono un regime e delle regole piuttosto rigide e una severa politica di non fraternizzazione tra i dipendenti. Per farla breve, è assolutamente vietato qualsiasi tipo di relazione se non strettamente professionale tra il capo e i suoi dipendenti. Da qui, insomma, penso non ci sia bisogno di aggiungere altro perchè la vostra mente ben istruita riguardo i romanzi rosa avrà già sapientemente compreso che direzione prenderà la storia.

Ora, io sinceramente non so dirvi come questa attrazione sia nata, perchè non appena ho iniziato a leggere la prima pagina mi sono ritrovata davanti due tizi che senza troppi convenevoli si strapazzano contro un muro e poi si rotolano su un letto gemendo, ansimando e sussurrando parole piuttosto sconce. Un susseguirsi irritante di battute del tipo “Oh, porca miseria, cosa sa fare quest’uomo con le mani!”, “Oh, Dio, sì, proprio lì”, “Dio, mi piace quanto sei stretta” e un’altra carrellata di frasi che, personalmente, ho tutta l’intenzione di volervi risparmiare.
Ora, stiamo parlando della prima pagina, ragazze, non in senso figurato ma in senso letterale. Io non sapevo manco chi fossero ‘sti tipi! Prima di capire chi diavolo fosse e che nome avesse il personaggio maschile, ho scoperto che ha un piercing lì dove non batte il sole. Qui ci vorrebbe proprio una gif con tanto di “No, Maria, io esco…”, ma davvero!
La prima cosa che ho scoperto di lui è che ha un apadravya, ornamento del corpo maschile di cui fino ad allora ne ignoravo l’esistenza, e avrei preferito di gran lunga continuare a vivere nella mia beata ignoranza.

Successivamente, dopo un’esilarante quanto profondo pensiero del personaggio femminile riassunto con questa esclamazione: “Ho appena scopato col mio capo”, vengo a conoscenza del fatto che quell’amplesso così minuziosamente descritto non è altro che una botta e via tra capo e dipendente che è avvenuta dopo una quantità di tempo non specificata, in cui praticamente mentre lavoravano insieme cercavano di capire come infrangere la regola di non fraternizzazione nel modo più divertente possibile. E a quanto pare, ci sono riusciti.
Beh, non si può dire che questo romanzo non sia partito col botto. In tutti i sensi.

Comunque, Jules – donna forte e indipendente che nel tempo libero posa nuda per Playboy – dopo aver provato una non quantificabile serie di orgasmi con il suo capo che sotto la giacca e cravatta nasconde tatuaggi e piercing piuttosto ben nascosti, decide di sgattaiolare via dalla sua villa per evitare di incorrere in situazioni spiacevoli sul posto di lavoro. Dopo qualche mese in cui si ignorano reciprocamente, Nate invita improvvisamente Jules a trascorrere un fine settimana a casa sua per cercare di riallacciare i rapporti e perchè sono stanchi di soffocare i loro sentimenti  istinti sessuali. A cui ovviamente danno libero sfogo durante il week-end.

Dopo questo week-end si innamorano e decidono di intraprendere una relazione sentimentale oltre che sessuale, ovviamente cercando di non farsi scoprire dai loro colleghi, cosa che accadrà inevitabilmente verso la fase finale del romanzo, e cosa che metterà in crisi il loro rapporto. Eccoci quindi arrivate alla fase ostacolo, a cui seguirà quella del superamento, e che si concluderà con il vissero per sempre felici e contenti.

L’impronta ironica e sarcastica che ho deciso di attribuire a questa recensione non è finalizzata alla penalizzazione di questo romanzo, che ci tengo a ribadire, non è stato così terribile. Ho elencato i fatti in maniera piuttosto sprezzante, certo, ma non perchè il romanzo non mi sia piaciuto, ma semplicemente perchè non mi ha lasciato niente.
Ho trovato esasperante e snervante la componente erotica piuttosto alta: vi giuro, ragazze, c’è sesso ovunque, ogni due pagine. La storia si trascina in maniera tranquillissima, fondamentalmente non ci sono peripezie o eventi sorprendenti, tutto scorre tranquillo, e probabilmente per ravvivare la situazione e per richiamare l’attenzione del lettore l’autrice ha puntato molto sulle scene di sesso, che sinceramente, ad una lettrice come me, lasciano il tempo che trovano e sono semplicemente fini a sé stesse.
Per questo motivo non ho colto mai, e dico mai, una percezione o parvenza d’amore, tutto ruota attorno al sesso e di conseguenza attorno alla passione e all’attrazione dei due protagonisti.
L’autrice non ci racconta di come si notano, di come si guardano, di come cedono e si abbandonano a questo desiderio. Ci porta direttamente nella stanza da letto di Nate mentre lui la spoglia. E a mio avviso, niente è più seducente e attraente di un uomo che spoglia la donna con gli occhi quando non può farlo, piuttosto di come la spoglia quando decidono di lasciarsi andare alla passione di una notte.

Non mi piacciono quelle autrici che prima di entrare nel vivo della storia si perdono in inutili dettagli, in scene prive di senso, cercando di allungare il brodo sin dall’inizio perchè altrimenti alla terza pagina i protagonisti sarebbero già sull’altare, ma nemmeno la Proby che parte spedita e diretta senza accrescere e alimentare la curiosità del lettore.

Come faccio ad emozionarmi quando Nate e Jules si baciano, se non so niente di loro e non so neanche come si sono incontrati? … Non va, o almeno questo è il mio personalissimo parere.
Ad ogni modo, la situazione pare sufficientemente migliorare verso la fase centrale del romanzo, ma a rendere vagamente e leggermente gradevole la narrazione è lo stile dell’autrice che è piuttosto spigliato e fluido.
Forse forse qualcosina comincia a smuoversi quando dopo innumerevoli rotolate nel letto, cominciano a sorgere i primi intoppi tra i due protagonisti. Del resto per una donna libera e sfrontata come Jules, a cui piace farsi fotografare nuda, non è facile abituarsi alle regole e alle abitudini di una coppia, e più volte cerca di fare la dura, la sfuggente, ma Nate è sempre un passo avanti a lei:

«Sei troppo brava a cercare di nascondere quello che provi dietro quella maschera da dura, ma i tuoi occhi non mentono»

A un certo punto Nate ha cominciato a piacermi, è un bel personaggio, ideato e costruito sulla base dei prototipi maschili di questo genere, ma piuttosto affascinante e tenebroso. Jules, invece, è un po’ più fuori dagli schemi: sfrontata, ribelle, dura, ma senza risultare troppo acida, si permette di piangere anche davanti l’uomo che ama, senza però dimenticare di tenere alta la testa. Prima ho detto che il loro approfondimento psicologico è deludente, e non lo nego, ma la loro facciata quanto meno non è affatto male.
Ci saranno momenti di tensione, ma che non si trascinano molto a lungo, dal momento che non riescono a non mettersi le mani addosso per più di tre secondi.

«Probabilmente tu e io non eravamo destinati a stare insieme, ma ho amato ogni secondo che ho passato con te»

In conclusione, sostengo apertamente di non aver subito il fascino di questo romanzo e di questi personaggi e di non aver mai nutrito un forte e reale coinvolgimento. Non avevo quella voglia implacabile di continuare a leggere, non sentivo quell’impulso irrefrenabile di non staccarmi dalle pagine anche se le palpebre erano pesanti, e quando tutto questo viene a mancare, anche se la storia è scritta bene, anche se probabilmente il romanzo non è poi così malvagio, anche se i protagonisti i non sono poi così noiosi e piatti, io purtroppo non riesco ad apprezzarlo in maniera totalizzante.
L’ho davvero trovato pesante per tutto quel sesso, un sesso mai volgare o sporco, sia chiaro, ma troppo onnipresente. Se non c’è il dramma, se non c’è l’azione, se non accade realmente qualcosa che sconvolge tutto, la mia attenzione va scemando e sembra che continui la lettura per inerzia.
Dal momento che però so riconoscere che è un libro che potrebbe potenzialmente piacere a chi ha voglia di leggere qualcosa di poco impegnativo, ma che abbia comunque due personaggi ben strutturati, il mio giudizio complessivo è sufficiente.
Inoltre, i voti bassi li do solo ai libri diseducativi, melensi, offensivi e violenti come possono esserlo alcuni YA o NA di cui ho anche parlato precedentemente nel blog. Visto che però questo libro non sfocia mai nella maleducazione, e visto che non propone personaggi dai comportamenti discutibili e diseducativi, sarò piuttosto clemente.

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Spero di essere stata chiara,
Alessia D.

 

Jules e Nate tutto dovrebbero fare, al di fuori di innamorarsi. La società per cui lavorano non sarebbe contenta di sapere che hanno infranto la severa regola di non fraternizzazione tra capo e dipendente. Eppure la passione e l'attrazione magnetica che li lega sarà così forte da fargli mettere a rischio il loro lavoro. Del resto, in amore, non esistono regole.

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