Ciao a tutti, buon lunedì e buona festa del papà!
Questo sarà un inizio settimana meno tragico del solito perchè oggi è San Giuseppe!
Per molti non significherà nulla ma per me, oltre ad essere il mio onomastico, significa una sola cosa: zeppole.
Se non avete idea di cosa siano vi state perdendo la possibilità di assaggiare uno dei dolci più buoni mai creati, quindi, se vi va, continuate a leggere l’articolo!
La nascita di questo dolce è avvolta dal mistero e si tramanda tramite due leggende.
La prima, di matrice cristiana, farebbe risalire la nascita delle zeppole alla fuga in Egitto della sacra famiglia. Si dice che San Giuseppe, per mantenere Maria e Gesù, dovette affiancare al mestiere di falegname quello di friggitore e venditore ambulante di frittelle. Sembrerebbe che a Napoli, per una sorta di devozione al Santo, ad un certo punto si sia sviluppata la tradizione degli zeppolari di strada.
Una seconda leggenda ci condurrebbe a Roma, invece, durante le celebrazioni delle Liberalia, feste organizzate dai romani in onore delle divinità dispensatrici del vino e del grano.
Durante queste feste, che si celebravano il 17 marzo, per omaggiare Bacco e Sileno suo precettore e compagno di bagordi, si bevevano fiumi di vino e ambrosia accompagnati da profumatissime frittelle di frumento, cotte nello strutto bollente. Con l’avvento dell’Imperatore Teodosio II, che proibì qualsiasi culto pagano, cessarono anche le Liberalia. Tuttavia è probabile che, nel tempo, esse siano state assimilate dal cattolicesimo che fissò due giorni più tardi la festa di San Giuseppe che, nel 1968, divenne il giorno dedicato alla festa del papà.
Le zeppole, nella loro ricetta originale non son altro che una pasta bignè fritta dal gusto neutro che fa da “scatola” ad una crema dolcissima, su cui si poggia una nota aspra di una ciliegia sotto spirito o amarena.
La prima ricetta pero’ la ritroviamo nel trattato di cucina di Ippolito Cavalcanti celebre gastronomo napoletano ed e’ del 1837.
Il giorno della festa del papà è tradizione offrire a parenti e amici questo dolce, sia nella sua variante fritta che al forno. Di solito le compriamo nelle pasticceria di fiducia, ma quando abbiamo più tempo le facciamo noi utilizzando, in genere, la ricetta del bimby che vi lascio qui.
Quest’anno, non avendo il robot, ho deciso di farle a mano, seguendo la ricetta di Chiarapassion che vi lascio qui.
Questo è stato il risultato, non saranno venute bellissime ma è il primo anno che le faccio da sola ma sono contenta di poter tramandare la tradizione, quando è possibile!
Fatemi sapere se anche voi le fate e quali sono le vostre ricette!
Un bacio e alla prossima,
Pina