“The winner’s curse. La maledizione” di Marie Rutkoski – recensione.

book by :
Marie Rutkoski
Version:
Ebook
Price:
4,99 €

Reviewed by:
Rating:
5
On Aprile 5, 2018
Last modified:Maggio 12, 2019

Summary:

Che cosa sareste disposte a sacrificare per amore? Tradireste il vostro regno e il vostro popolo per restare fedeli a voi stesse e al vostro cuore, per proteggere la persona che amate? Queste sono le domande a cui dovranno rispondere Kestrel e Arin, il cui destino sembra essere segnato fin dal loro primo incontro.

Ciao a tutte ragazze e ben tornate sul blog per una nuova recensione!

Qual è il titolo del libro di cui vi parlerò oggi? “The winner’s Curse. La maledizione” di Marie Rutkoski, il primo romanzo della serie fantasy young adult The Winner’s Trilogy, ad ora – e con mio grande rammarico – il solo libro della trilogia pubblicato in Italia.

In attesa di scoprire se e quando verranno pubblicati anche “The winner’s crime” e “The winner’s kiss“, il finale della serie, iniziamo a conoscere Kestrel e Arin.

Volete sapere di che cosa parla la loro storia?

Continuate a leggere per scoprirlo! 😉

Titolo: The Winner’s Curse. La maledizione

Autore: Marie Rutkoski

Serie: The Winner’s Trilogy

Data di Pubblicazione: 13 Luglio 2017

Casa Editrice: Leggereditore

Prezzo Cartaceo: 12,66 €

Prezzo Ebook: 4,99 €

Genere: Fantasy/ Young adult

Trama: In quanto figlia di un potente generale di un vasto impero che riduce in schiavitù i popoli conquistati, la diciassettenne Kestrel ha sempre goduto di una vita privilegiata. Ma adesso si trova davanti a una scelta difficile: arruolarsi nell’esercito oppure sposarsi. La ragazza, però, ha ben altre intenzioni… Nel giovane Arin, uno schiavo in vendita all’asta, Kestrel ha trovato uno spirito gentile e a lei affine. Gli occhi di lui, che sembrano sfidare tutto e tutti, l’hanno spinta a seguire il proprio istinto e comprarlo senza pensare alle possibili conseguenze. E così, inaspettatamente, Kestrel si ritrova a dover nascondere l’amore che inizia a sentire per Arin, un sentimento che si intensifica giorno dopo giorno. Ma la ragazza non sa che anche il giovane schiavo nasconde un segreto e che per stare insieme i due amanti dovranno accettare di tradire la loro gente o altrimenti tradire sé stessi per rimanere fedeli al proprio popolo. Kestrel imparerà velocemente che il prezzo da pagare per l’uomo che ama è molto più alto di quello che avrebbe mai potuto immaginare…

Recensione

Sarò sincera, quando ho comprato questo libro ero un po’ titubante, non sono una grande amante del genere fantasy e temevo che alla fine questo romanzo mi avrebbe annoiata e mi sarei pentita di averlo acquistato. Una volta iniziato a leggerlo, però, mi sono dovuta ricredere. E non solo perché questo romanzo non ha proprio niente di fantasy -se non l’ambientazione-, ma anche e soprattutto per la sua trama.

Andiamo per ordine e iniziamo con il parlare dell’ambientazione di questo romanzo. La storia di Krestel e Arin è ambientata in un passato immaginario e parla di un regno mai esistito, ma descritto talmente bene e con una tale dovizia di dettagli da parte dell’autrice da indurre il lettore a credere che ciò che viene narrato sia davvero accaduto e che si stia leggendo qualche pagina perduta di un antico libro di storia.

Non è a questo che servono le storie, a rendere reali le cose finte, e quelle finte reali?

Il periodo storico ricorda quello dell’antica Roma e dell’impero romano, un periodo in cui i regni lottavano per estendere i propri confini e ai popoli sconfitti non restava altro che sottomettersi alla potenza vincitrice e arrendersi.

Ed è proprio da questo antefatto che trae origine la narrazione. Sono trascorsi dieci anni da quando l’impero valoriano, guidato dal generale Trajan ha conquistato la penisola di Herran e ha assoggettato il popolo degli herrani al potere dell’impero, riducendo i pochi sopravvissuti alla guerra in schiavitù. Dieci anni durante i quali gli herrani hanno servito fedelmente gli aristocratici valoriani che si sono insediati nella penisola, senza mai opporsi al loro potere.

La trama è avvincente e capace di catturare l’attenzione del lettore fin dall’inizio, lasciando crescere la sua curiosità pagina dopo pagina, e tenendo vivo l’interesse fino alla conclusione del romanzo.

Kestrel ha diciassette, è la figlia del valoroso generale Trajan e tutti si aspettano grandi cose da lei. Cresciuta nel lusso e negli agi che derivano dalla sua condizione, la ragazza desidera solo di godere della libertà di cui è privata in quanto giovane donna. Una libertà di cui potrebbe godere se assecondasse il desiderio di suo padre di arruolarsi nell’esercito e combattere accanto a lei. Un desiderio che la giovane non è disposta ad assecondare. Kestrel sa che giungerà il momento in cui dovrà scegliere: l’esercito o il matrimonio, non esistono altre opzioni per una donna del suo rango.

Durante un’uscita insieme alla sua amica Jess, inaspettatamente Kestrel si trova davanti alla fossa del mercato degli schiavi e si trova costretta ad assistere ad un’asta. Ed è qui che Kestrel vede Arin per la prima volta: lo schiavo herrano si trova in piedi al centro della fossa, accanto al banditore, quando il suo sguardo incontra quello di Kestrel la giovane ragazza prova subito una strana affinità.

Ma quel rifiuto colpì Kestrel. La postura rigida dello schiavo le ricordava sé stessa, quando suo padre le chiedeva qualcosa che non era disposta a concedere.

Ed è il secco rifiuto di Arin alla richiesta del banditore di cantare per i compratori accalcati intorno alla fossa che suscita la curiosità di Kestrel e la porta compiere un gesto in aspettato.

[…]

 La mano di Kestrel si mosse spontaneamente. «Un sesterzio» gridò. Il banditore si voltò. Scrutò la folla. Quando individuò Kestrel un sorriso furbo gli illuminò il viso. «Ah,» disse «qualcuno sa riconoscere le cose di valore.»

[…]

Lo schiavo la stava fissando adesso, e non c’era da meravigliarsi, visto che era stata lei a dare il via a quella follia. Kestrel sentiva qualcosa dentro di sé oscillare sui cardini del destino e delle scelte.

E da questo momento in poi la vita di Kestrel non sarà più la stessa, i cardini del destino si sono mossi e il suo non aspetta altro che di compiersi.

Che cosa dire di questi due protagonisti? Kestrel è una protagonista femminile diversa da quelle a cui siamo abituate a vedere! Dimenticate Katniss Everdeen e Tris Prior, perché in “The winner’s curse” vi troverete davanti ad una vera eroina. Una ragazza scaltra, astuta e intelligente, che sceglie di agire e di costruire da sé il proprio destino e non si lascia mai a sopraffare dagli eventi. Vigile e attenta, riesce sempre a trovare una soluzione ai suoi problemi ed è capace di ribaltare ogni situazione in modo da trarne vantaggio, anche quando sceglie di scendere a patti con il padre che insiste perché lei entri a far parte del suo esercito. Una vita, quella della guerra, che non le si addice.

«Voglio sapere» disse Arin «perché non sei già diventata un soldato.»
Kestrel non avrebbe mai immaginato una domanda simile, che le richiamava alla memoria anni di discussioni che avrebbe preferito dimenticare. Rispose in tono brusco. «Ho diciassette anni. Per legge non devo ancora arruolarmi o sposarmi.»
Arin si appoggiò allo schienale, giocherellando con una delle tavolette. La picchiettò di lato sul tavolo, la rigirò tra le dita, poi picchiettò l’altro lato. «Non è una risposta.»
«Non avevamo specificato quanto dovevano essere esaurienti le risposte. Facciamo un’altra partita.»
«Se avessi vinto saresti soddisfatta del tipo di risposta che mi hai dato?»
Kestrel rispose lentamente: «L’esercito è la vita di mio padre. Non la mia. Non sono nemmeno portata per il combattimento.»
«Davvero?» Sembrava sinceramente sorpreso.
«Oh, sono accettabile. So difendermi come la maggior parte dei valoriani, ma non sono brava nei combattimenti. So cosa vuol dire essere bravi in qualcosa.»

In che cosa è brava Kestrel? La musica.

La musica la faceva sentire come se tenesse in mano una lampada che gettava un fascio di luce attorno alla sua persona, e anche se sapeva che nel buio oltre quel bagliore la attendevano persone e responsabilità, non riusciva a vederle. Il fuoco che sentiva quando suonava la rendeva deliziosamente ignara di tutto.

La giovane figlia del generale Trajan nutre una grande passione per la musica, e nello specifico per il pianoforte. Una passione che Kestrel ha ereditato da sua madre e alla quale si dedica segretamente per la maggior parte del suo tempo libero.

Ne avevano già discusso. Il problema era la dedizione di Kestrel. Se avesse suonato di tanto in tanto, come sua madre, nessuno l’avrebbe notato. E se gli herrani non avessero dato un enorme valore alla musica prima della guerra, anche questo avrebbe potuto cambiare le cose. Ma agli occhi dei valoriani la musica era un piacere da ricevere, non da elargire, e non erano in molti a comprendere che il ricevere e l’elargire potevano essere complementari.

E Arin? Che dire di lui? Ragazze, mi sono innamorata! Il giovane schiavo herrano mi ha conquistato il cuore fin dalla sua prima apparizione e nel corso del romanzo il mio interesse per lui non ha fatto altro che crescere a dismisura. Arin è un personaggio maschile affascinante. Scaltro tanto quanto Kestrel, il giovane schiavo herrano possiede un’indole ribelle e incurante delle possibili conseguenze, dimentica spesso il suo ruolo e si rivolge alla sua padrona in modo sprezzante, come se la considerasse una sua pari.

«Il mio dio ti adora?»
Gli occhi grigi di Arin erano ridotti a due fessure. Sollevò il petto una sola volta. Poi soffocò la rabbia. Sostenne lo sguardo di Kestrel, che vide quanto lo schiavo si fosse reso conto di essersi tradito: conosceva molto bene la loro lingua. Con voce volutamente piatta Arin chiese a Jess: «Come puoi dire che la adora?»
Kestrel stava per parlare, ma Arin sollevò una mano per fermarla. Scioccata, Jess disse: «Kestrel?»
«Dimmelo» la incalzò lui.
«Be’…» Jess cercò di ridere. «Deve per forza, no? Kestrel vede sempre la verità in tutto.»
La bocca di Arin assunse una piega crudele. «Ne dubito.»
«Kestrel, è una tua proprietà. Non fai niente?»
Quelle parole, anziché farla agire, la paralizzarono. «Credi di vedere la verità» disse Arin a Kestrel in lingua herrana «perché le persone te lo fanno credere. Se accusi un herrano di mentire, credi che oserà contraddirti?»

[…]

 

«Ce ne andiamo» gli disse.
Arin non si oppose. Kestrel sapeva che non era per paura che potesse punirlo. Ma perché adesso era sicuro che non lo avrebbe mai fatto.

Volete sapere che cosa mi ha davvero conquistata? La storia d’amore tra Kestrel e Arin. Non so se sia dovuto al fatto che nutro una vera passione per gli amori contrastati, o se sia da attribuire all’abilità con cui l’autrice ha creato e descritto il loro rapporto, nella sua lenta evoluzione. Quello tra Kestrel e Arin è un legame che si evolve nel tempo, cresce e sboccia lentamente, come un fiore sui rami di un albero in primavera. Una storia, la loro, dal sapore dolce amaro, un sentimento che entrambi cercano di contrastare e tenere nascosto nell’ombra.

Era calata la notte. Arin si chiese se Kestrel avrebbe sollevato lo sguardo, ma non aveva paura di essere visto, all’ombra, nel giardino. Sapeva come funzionavano certe cose: chi si trova in un posto luminoso non può vedere oltre il buio.

“The winner’s curse” è un romanzo che mi ha coinvolta e appassionata come non mi accadeva da tanto tempo ed è per questo che vi consiglio di leggerlo.

Nella speranza che possa piacervi, vi auguro una buona lettura.

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A presto,
Ale! ^-^

Che cosa sareste disposte a sacrificare per amore? Tradireste il vostro regno e il vostro popolo per restare fedeli a voi stesse e al vostro cuore, per proteggere la persona che amate? Queste sono le domande a cui dovranno rispondere Kestrel e Arin, il cui destino sembra essere segnato fin dal loro primo incontro.

Romantica, curiosa, lunatica. Romantica, curiosa, lunatica.

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