Recensione “Il problema è che ti amo” di Jennifer Armentrout

Salve a tutte care lettrici,
immagino che questa recensione sia stata tanto attesa da parte di tutte voi:

Zia Jenny è tornata!

Credo che non sarà difficile manifestare apertamente l’entusiasmo che mi pervade al pensiero di poter recensire, finalmente, un romanzo che è riuscito a toccare le corde giuste del mio cuore, fino ad impossessarsene completamente.

Come ben saprete, è stato un periodo in cui leggere per me era diventata un’abitudine, ma non più un vero e proprio piacere, per il semplice fatto che non trovavo un romanzo che mi desse quella carica e quella voglia di addentrarmi completamente in quegli ambienti e in quegli scenari, tanto da sentire scivolare sulla pelle le emozioni dei personaggi. Le mie ultime letture con il blog – a parte la discutibile LOVE SERIES – mi avevano soddisfatta molto, e sostanzialmente erano state delle letture piacevoli e coinvolgenti… Ma niente a che vedere con la passione viscerale e l’entusiasmo avvolgente che ho provato durante la lettura de Il problema è che ti amo di Jennifer Armentrout.

Titolo: Il problema è che ti amo

Autore: Jennifer L Armentrout

Editore: Editrice Nord

Data: 7 luglio 2016

Genere: Young Adult

Prezzo: eBook 9,99

Trama: Da quattro anni, il silenzio è lo scudo che la protegge dal resto del mondo. Circondata dall’affetto dei nuovi genitori adottivi, Mallory Dodge ha cercato di superare i traumi del passato, di convincersi di non avere più bisogno di essere invisibile, ma le cicatrici dell’anima bruciano ancora e non le permettono di dimenticare. Ecco perché dover frequentare l’ultimo anno di liceo in una scuola pubblica, dove sarà costretta a uscire dal guscio, la terrorizza. Tuttavia è proprio a scuola che accade l’inaspettato: tra i suoi nuovi compagni c’è Rider Stark, l’unico raggio di sole nella sua infanzia da incubo, il ragazzo che in più di un’occasione l’ha protetta dalla violenza del padre affidatario. Rider però è cambiato: ha un atteggiamento arrogante, una pessima reputazione e pare che sia invischiato in una rete di cattive compagnie. Anche se, dietro quella maschera da sbruffone, Mallory riconosce ancora il suo eroe d’un tempo… un eroe per di più molto affascinante.
Eppure gli anni trascorsi lontano da Mallory hanno segnato profondamente Rider, che ben presto si troverà davvero nei guai. E Mallory sarà la sola a poter fare la differenza. Ma riuscirà a far sentire la propria voce e a battersi per il ragazzo che ama, o la paura la farà tacere per sempre?

Credo che quasi tutte noi conosciamo l’indimenticabile J.Lynn, approdata poi nelle librerie con il suo vero nome Jennifer Armentrout. Infatti, oltre che essere la mia autrice preferita – nonostante alcuni scivoloni presi durante le sue ultime pubblicazioni – credo che sia una delle autrici preferite di tutte le lettrici accanite dei YA o NA, ma anche dei paranormal. L’eterogeneità delle sue opere è sicuramente inconfondibile: la zia Jenny sforna romanzi che è una meraviglia, senza mai ripetersi, riuscendo a stupirci sempre, qualsiasi sia il genere che decida di trattare.
Personalmente sono più aggiornata sulle sue serie NA o YA, piuttosto che sul paranormal, infatti di quest’ultimo ho letto solo l’entusiasmante SERIE LUX. Nel mio gusto personale in effetti rientrano di più i primi, e come non poter citare la fantastica serie TI ASPETTAVO? Infatti è stata proprio quest’ultima a farmi capitolare e a convincermi del fatto che Jennifer è in assoluto una delle mie autrici preferite. Di questa serie c’è da dire che ho meno apprezzato le ultime due pubblicazioni, in effetti si allontanavano molto dagli ambienti in cui abbiamo visto fiorire gli amori tra Avery e Cam o Teresa e Jase, infatti dal terzo volume non siamo più nella West Virginia University, ma veniamo catapultate in una cittadina in cui la criminalità ha un tasso molto più elevato, circondati da personaggi e ambienti completamente diversi, lasciando posto al mitico Mona’s Club.
Aperta e chiusa parentesi, direi di passare alla recensione di questo meraviglioso romanzo.

Con Il problema è che ti amo zia Jenny ci offre un’indimenticabile e autoconclusiva storia d’amore che nasce tra i banchi dell’ultimo anno del liceo. Anche in questo caso, tuttavia, non si tratta di una banale storia d’amore tra adolescenti, ma è molto di più. Mallory Dodge ha avuto un’infanzia terribile prima di essere stata adottata dalla famiglia Rivas, medici di un rinomato e prestigioso ospedale. Un passato così oscuro, costituito da orfanotrofi e famiglie affidatarie di dubbia moralità, in cui crescere era difficile ma necessario. Un passato che ha lasciato dei lividi e delle cicatrici non solo nel suo cuore, ma anche sulla sua pelle. Mallory ancora oggi non sa come avrebbe potuto resistere a tutto quello che ha passato, se con lei non ci fosse stato lui… Rider. Quel bambino forte e coraggioso che la proteggeva da tutto, quel bambino che subìva violenze al suo posto, quel bambino che le leggeva le favole prima di dormire, quel bambino che per lei era stato tutto, un punto di riferimento, una ragione per sopravvivere in una casa in cui violenze, fame e disperazione non gli davano tregua. Perchè il dolore forse fa meno male, se lo dividi con qualcuno. E Mallory e Rider erano l’una la forza dell’altro, l’una l’ancòra dell’altro, semplicemente inseparabili. Tante volte avevano tentato la fuga insieme, ma altrettante volte erano stati rispediti a casa di quei mostri… finchè una notte terribile cambia per sempre le loro vite e divide le loro strade.

Mallory da quella notte mostruosa riceve una cosa che non aveva mai avuto: una famiglia. Ma ne perde un’altra ben più importante, che era sempre riuscita a colmare quel vuoto: Rider.
Il senso di colpa la attanaglia: quella notte, per quanto terribile, per lei era diventata una possibilità. Per Rider, invece, una condanna. Mallory per quattro anni non fa che chiedersi dove sia, cosa gli sia accaduto, se anche lui avesse trovato una famiglia proprio come lei. Il suo passato l’ha indubbiamente cambiata: ha delle cicatrici sulla pelle, cicatrici poco visibili grazie alle cure dell’uomo che poi ha deciso di adottarla. Quelle nel cuore sono invisibili, ma sembrano essere più evidenti che mai. Mallory dopo aver vissuto in quella casa ha sviluppato un disturbo post traumatico: parla poco, e ancora meno se in pubblico. Del resto, quando cresci facendo continuamente attenzione a non parlare ad alta voce, quei terribili risultati erano ovvi.

Rosa e Carl, i suoi genitori adottivi, però, con le loro cure e il loro affetto riescono a far cedere leggermente quella invalicabile muraglia che si erge attorno a lei, tanto che dopo quattro anni, Mallory decide di non studiare più da privatista, ma di iscriversi al liceo. E’ proprio durante una lezione di comunicazione che incontra di nuovo lui, il suo Rider. Rider è cresciuto, è diventato alto e muscoloso, bello e dannato, con un sorriso e quella fossetta che però le ricordano tanto il bambino che era stato. Nonostante sia fidanzato, non appena Rider riconosce Mallory, le sue attenzioni sono tutte per lei. Sa quanta fatica le ci vuole per aprirsi, e lui è sempre lì al suo fianco, proprio come un tempo. Paige, la sua fidanzata, non sembra molto contenta di quelle attenzioni, e cercherà sempre di frapporsi tra loro, minando le debolezze di Mallory, facendo leva sul suo apparente mutismo.

Gli sforzi di Paige, tuttavia, saranno vani: Rider vuole solo Mallory.

Come tanti anni prima, Rider sente quell’impellente bisogno di proteggerla, di guidarla, di starle accanto, di farle sentire la sua presenza, tanto che Mallory detesta il fatto che nonostante lei sia stata più fortunata di lui, lui continua a sentirsi in dovere di difenderla:

«Non ho bisogno che tu mi difenda. Ho bisogno di…»
Lasciai la frase in sospeso, perché lui si era portato la mia mano al petto e sentivo battere forte il suo cuore.
«Di cosa, Mallory?»
«Ho bisogno di affrontare la situazione per conto mio. Non puoi proteggermi sempre.»
«Ma io voglio proteggerti.»

Ma Rider le nasconde qualcosa, le nasconde che la sua vita di un tempo non è cambiata in meglio come vuole farle credere. Ha cercato di evitare di prendere brutte strade, ma quando si è affidati ad una vecchietta che a malapena arriva a fine mese, i soldi purtroppo servono e a volte per guadagnarli c’è bisogno di fare cose che in realtà non vorrebbe. Il suo lavoro in officina e il lavoro di Hector al McDonald’s non bastano alla loro famiglia per sopravvivere, e di certo non bastano quando il fratello minore di Hector si caccia in guai seri.

Rider non era stato fortunato come lei, non era stato affidato ad una famiglia ricca e generosa, ma ad una vecchietta con due nipoti che prendeva ragazzi in affido per ricevere aiuti dallo Stato. E Rider si sente in dovere di aiutare la loro abuelita e quelli che ormai lui considera fratelli.

Questa storia, come quasi tutte le storie targate Armentrout, riesce a rubarti l’anima e a conquistarti il cuore. Questo romanzo è la prova che anche uno scrittore per ritrovare l’entusiasmo ha bisogno di cambiare protagonisti e ambienti per ritrovare l’ispirazione. Zia Jenny con gli ultimi romanzi mi aveva lasciata un po’ perplessa, ma con questo qui è riuscita di nuovo a lasciarmi senza parole.

Il mio voto questa volta è di … 10/10 !!!

Zia Jenny non sbaglia un colpo!

Grazie a tutte ragazze, spero che questa recensione vi sia piaciuta. Un abbraccio!

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Alessia D.

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1 comment

  1. Ciao Alessi!!! La Armentrout è la mia autrice preferita,immagina la gioia per questa sua tripletta di uscite,non avevo dubbi che anche questo libro sarebbe stato un successo …. Grazie per averlo confermato

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