Chi ha scritto "L'importanza di chiamarsi Cristian Grei"? Intervista a Chiara Parenti

Amiche allora, Mr Grei vi ha ricevute? Avete letto bene, non è un errore. Intendo proprio Mr Cristian Grei, non il dominatore figo da morire, bensì il ragazzo ipocondriaco che lavora nelle pompe funebri di famiglia. Per chi non sapesse di cosa sto parlando ve lo spiego subito. “L’importanza di chiamarsi Cristian Grei” è il nuovo romanzo di Chiara Parenti per You Feel. E indovinate un po’? Oggi ho il piacere di fare quattro chiacchiere con lei!

  1. Chiara, prima di parlare del nostro Cristian, vorrei che ci raccontassi un po’ di te. Da quello che ho potuto leggere sul tuo sito internet la passione per scrivere e il tuo lavoro non sono poi così diversi. Come è nato tutto ciò? 

Sono giornalista 11025538_10205248482243863_502612862_oe addetta stampa, perciò ho la fortuna di scrivere per lavoro. Fin da piccola, a scuola ho sempre preferito l’italiano alla matematica (e infatti ho scelto il Liceo Scientifico per puro masochismo) e ho sempre inventato storie. L’idea di scriverle, queste storie, è nata per caso: per gioco, in realtà. Un pomeriggio d’estate del 2008, scherzando con mio marito sul mutuo da pagare, mi disse che avrei dovuto mettermi a scrivere le mie storie, così sarei diventata famosa come la Rowling e ci saremmo trasferiti in un castello senza più il mutuo da pagare. Ora, ovviamente non abitiamo in un castello (e il trasferimento non pare neanche tanto imminente, per la verità) e la rata del mutuo arriva puntuale ogni mese come le mestruazioni, però ho scoperto che scrivere mi piace sopra ogni cosa. Oggi i libri sono diventati la mia più grande passione e ora non so più come si fa a smettere.

  1. Il tuo modo di scrivere è frizzantino e coinvolgente, mi piace molto. Curi con la stessa freschezza anche il tuo blog “Il giardino d’estate?” Come mai hai scelto questo nome? Perdona la curiosità ma è il titolo di uno dei miei libri preferiti di sempre!

Sì, “Il giardino d’estate” prende il nome da uno dei miei romanzi preferiti. La trilogia di Paullina Simons mi è entrata nel cuore e non potendo ribattezzare mio marito col nome di Alexander Barrington, ho optato per chiamare il mio blogghino come il libro che chiude la serie. Insomma, sono una Shurina fatta e finita!

Il mio “Giardino d’estate” tuttavia è un giardino abbastanza incolto, nel senso che purtroppo non riesco ad aggiornarlo con costanza e assiduità come dovrei. Ma chissà, con la primavera, magari riuscirò a dedicarmi a un po’ di giardinaggio!

  1. Oltre a “Con un poco di zucchero” e “Tutta colpa del mare”, so che hai scritto anche una sorta di guida per aiutare le scrittrici self a correggere il proprio lavoro. Che bell’idea! Daresti qualche consiglio veloce a coloro che sono alle prime armi, ma vorrebbero fare un buon lavoro?

Flaubert diceva che scrivere significa riscrivere. Ed è così: dopo aver messo la parola fine alla storia, l’autore dovrebbe armarsi di pazienza e di buona volontà per ricominciare da capo ed esaminare con occhio critico il proprio romanzo. Il vero lavoro comincia a questo punto. È utile anche lasciar passare un po’ di tempo prima di procedere alla revisione, in modo da essere “usciti” abbastanza dalla storia da poterci “ritornare” con un minore coinvolgimento emotivo e una maggiore obiettività.

  1. A quale delle tue storie sei più affezionata?

Dunque, le amo tutte. A scriverle mi sono talmente immedesimata che è come se le avessi vissute sulla mia pelle. Siccome il primo amore non si scorda mai, però, credo che resterò sempre legata alla storia di Marco e Maia di “Tutta colpa del mare”, il mio primo romanzo. La storia di Tonno e Apetta mi ha portato fortuna e la ricorderò per sempre.

  1. C’è qualcosa di assolutamente necessario quando stai scrivendo? Il silenzio? Musica di sottofondo? Pane e nutella?

Per scrivere ho “La mia Stanza tutta per me”, come la chiamerebbe Virginia Woolf. Sono molto metodica e superstiziosa, ai limiti dell’autismo, e non potrei scrivere in nessun altro luogo al mondo se non alla mia scrivania, con i miei gatti che girano attorno e i miei riti apotropaici che non posso rivelare altrimenti poi dovrei uccidervi. Pane e Nutella non è tra i requisiti obbligatori ma di sicuro aiuta!

  1. Quale dei tuoi personaggi ti rispecchia di più?

C’è un po’ di me in tutti loro, sono piezz e core. Katie Baker però è forse quella che più mi assomiglia: vive sulla sua nuvoletta, pratica yoga e ama in egual misura gli animali e contare gli scalini. Praticamente il mio alter ego!

  1. Veniamo a Cristian. Dimmi, come è nata quest’idea? È stato un colpo di genio in piena notte, oppure un pensiero che ha preso vita mano mano?

Direi un pensiero che ha preso vita pian piano. A dire il vero non ricordo un momento in particolare, ma di sicuro pensavo a lui ogni mattina l’estate scorsa quando andavo in treno da Lucca (dove vivo) a Firenze (dove lavoro). Prato è una delle fermate e un bel giorno qualcosa dev’essere scattato…

  1. Troveremo corde, frustini e roba varia nel libro? O il massimo sarà l’attrezzatura funebre? 😉

Dunque, ammetto che ci saranno delle fruste: ma solo quelle che Cristian usa per farsi lo zabaione quando al mattino ha la pressione bassa. Per il resto non mancheranno carri funebri, obitori e celle frigorifere. Tutto all’insegna dell’allegria, insomma. 😉

  1. L’importanza di chiamarsi Cristian Grei” è disponibile da poco meno di un mese, quindi suppongo non ci siano altre uscite imminenti. Qualcosa però mi dice che ci sono novità a cui stai già lavorando?

Sto lavorando a un nuovo progetto: è qualcosa di molto, molto diverso stavolta, che richiede più tempo e dedizione, ma che spero tanto vi piacerà.

  1. Ultima domanda. Sei pronta? Non ci devi pensare troppo però, deve essere una risposta lampo, ok? …… Una notte con Mr Grey oppure con Mr Grei?

Mr Grei tutta la vita!

Ringrazio Chiara per la sua disponibilità  e vi invito a visitare il suo sito www.chiaraparenti.com dove potrete trovare anche tutti i suoi libri. Come sempre la sua simpatia mette di buon umore.

A presto

<3

Ila

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